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26 febbraio 2003
Contro istituzioni monosex non valgono
le "quote", ma il desiderio femminile
"Un partito di solo maschi capirà cosa milioni di elettrici vogliono da scuola, welfare, dinamica sociale?"
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20 febbraio 2003
Più donne che uomini contro la guerra
Con qualche "se" e qualche "ma"
Alla manifestazione del 15 febbraio, moltissime donne. Citando un vecchio testo della Libreria delle donne di Milano : Più donne che uomini. Dunque, più donne che uomini contro la guerra.
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4 febbraio 2003
Donne Usa contro la guerra
Madri e figlie, sorelle e zie. Si definiscono così le donne americane della Lega internazionale per la Pace e la Libertà (WILPF)
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19 gennaio 2003
Le azioni di Condoleeza
Non c'è pace per la politica delle azioni (discriminazioni) positive. E non solo perché, stando a quanto racconta "La Repubblica"
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3 gennaio 2003
Donne e uomini: i numeri del divario
Le decisioni prese dai grandi della Terra e il loro impatto nella realtà quotidiana di uomini e donne che quei grandi hanno eletto, ma non solo.
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30 dicembre 2002
Sono preoccupata:devo salvare il mondo?
Alla fine dellAnno, si fanno sempre un po i conti. Per le donne le cose sembra non vadano male. Anzi. Vanno tanto bene che cè quasi da preoccuparsi.
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Rimandare, rimandare, rimandare?
Sulla guerra idee e parole, non solo "azioni"
Le assise delle donne Ds sono state rinviate "a data da destinarsi". Hanno spiegato : perché piovono missili sullIraq. Meglio andare sul territorio, hanno aggiunto. Nello stesso giorno, il rettore Fabiani decideva di non far tenere le lezioni nelluniversità capitolina Roma 3. Una serrata? Ma no. Tutti e tutte, personale docente e non docente, studenti e studentesse, volevano partecipare alle manifestazioni. E sempre giovedì scorso è stata occupata, per un quarto dora, la stazione di Roma Termini.
Bisogna pur protestare contro linizio delloperazione choc e terrore. Attenzione. Questa frase terribile andrebbe tradotto con timore reverenziale sostiene linventore della formula, Harlan Ullman (lo racconta Gianni Riotta sul Corriere della Sera). Ma tant è. Per segnare il rifiuto della guerra del Golfo II, si va per strada, in piazza, sul binario. Mi assicurano che questi sono modi di fare politica più adatti al momento che attraversiamo. E se fossero invece delle forme di rassicurazione : Eccoci insieme, in tante, tanti ?
Queste forme di rassicurazione però raspano la lingua perché sono un po troppo conformiste. Va bene : io non ho labitudine di discutere quando capisco che le posizioni sono inconciliabili, ma quando le posizioni sono vicine vicine, strette strette, gomito a gomito, non si potrebbe, insieme, immaginarsi qualche ragionamento sensato per scalfire quelli altrui ?
Una protesta che rinuncia alle parole, allo scambio di idee, non troverà né idee né parole capaci di criticare ciò che viene contestato. Ho capito che rifiutiamo il campo della guerra ma come si può farlo se la guerra non viene perlomeno pensata ?
Le donne collocate nei partiti, nelle istituzioni, ma anche nei movimenti, è giusto che si scelgano i luoghi e gli strumenti e le modalità (tipo assise o manifestazioni) che gli vanno a genio. Purché questi luoghi, strumenti e modalità non funzionino solo fino al momento in cui succede qualcosa di più importante Genova, Firenze, Catanzaro, Camp Darby che le chiama a partecipare "in quanto donne". A giudicare i guai che abbiamo intorno, la guerra è un qualcosa per eccellenza. Le parole, rispetto a questo qualcosa, non sono mai poche. Anzi, non bastano mai. Sennò, i raid aerei chirurgici seppelliranno i nostri buoni sentimenti. Magari le donne dei Ds, e le non diessine (invitate a discutere, o più sicuramente a teneramente azzuffarsi), avevano da scambiare, insieme alla conferma del loro attaccamento alla vita (degli iracheni, degli americani, e di tanti umiliati e offesi), mozziconi di domande. Invece, tutto sospeso. Anche lassemblea costituente dellUlivo del 13 aprile non si sa se si terrà. Era in forse già prima che i missili cadessero sullIraq. Che sia una linea politica questa del Rimandare, rimandare, rimandare ?
Letizia Paolozzi
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> da leggere
Gianni Riotta sul Corriere della Sera del 23 marzo 2003
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